La lontra

Nel nostro paese è uno dei mammiferi a maggior rischio di estinzione:
nella Red-list dei vertebrati Italiani è classificata come MINACCIATA

La lontra (Lutra lutra) è un carnivoro strettamente legato ai corsi d’acqua dolce.
Le abitudini semiacquatiche hanno favorito lo sviluppo di specifici adattamenti come la palmatura delle zampe per un nuoto più efficiente, l’aggiustamento del cristallino dell’occhio per migliorare la visione subacquea, la possibilità di chiudere delle speciali valvole nasali e acustiche per impedire l’ingresso dell’acqua e la coda che termina quasi piatta così da poter essere usata come timone durante il nuoto.

La lontra è dotata inoltre di un sistema di termoregolazione molto efficiente che le permette di mantenere il calore corporeo anche nuotando in acque molto fredde. È dotata infatti di due strati di pelliccia che mantengono un cuscinetto d’aria a contatto con il corpo aumentando l’isolamento dall’ambiente esterno.
Quando la lontra esce dall’acqua la pelliccia forma dei ciuffi che facilitano lo scorrimento del liquido e permettono all’animale di asciugarsi velocemente.

LA DISTRIBUZIONE IN ITALIA

Alla fine del 1800 la lontra era diffusa in tutta la penisola. In seguito all’inquinamento, alla caccia e alla distruzione dell’habitat, avvenuti a più riprese durante tutto il secolo scorso, la specie si è ridotta sempre più fino ad occupare solo una parte delle regioni del Sud Italia.

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una riespansione della lontra verso Sud e verso Nord, arrivando a raggiungere da una parte la Sila in Calabria e, dall’altra, il bacino del Sangro in Abruzzo.

Proprio su questo bacino, che rappresenta l’attuale limite Nord dell’estensione della specie, si concentra il progetto Lontrack, nato nel 2010 con un dottorato di ricerca presso l’Università Roma Tre, sotto la supervisione della professoressa Anna Loy dell’Università del Molise, responsabile italiana dell’Otter specialist group dell’IUCN.

A settembre 2014 con la professoressa Loy e la dottoressa De Castro abbiamo rinvenuto segni di presenza di lontra anche nella porzione abruzzese del fiume Trigno e di un suo affluente, il Treste.